Il cerchio, anche inteso come sezione o prospettiva aerea del Torus, è una forma molto ricorrente in natura e probabilmente la forma geometrica più frequente nell‘ espressione grafico- simbolica dell‘ uomo: una forma ideale, priva di inizio e fine, perfetta secondo la filosofia platonica e neoplatonica, un‘ unità priva di rotture e spigoli vivi, simbolo di interezza e continuità infinita. Con il cerchio, fin dall‘ antichità sono rappresentati gli astri divinizzati da cui dipende la vita nonché il regno degli dèi sia in estremo oriente che in Mesopotamia che nell‘ Europa cristiana. La forma ellittica -di cui il cerchio è una sotto-forma- è una delle prime che i neonati ‘‘riconoscono,, visivamente per contrasto cromatico al fine di individuare la fonte di nutrimento e sopravvivere (areola) ed è la prima forma bidimensionale che i bambini rappresentano graficamente, di solito attorno ai 2-3 anni in corrispondenza della fase evolutiva relativa alla presa di coscienza della propria unità corporale e del proprio sé indipendenti da quelli della madre. (K. Machover) Girare su sé stessi, formando un circolo ideale, è una delle prime abilità motorie che il bambino sperimenta istintivamente, una volta conquistata e padroneggiata la posizione eretta. Lo stesso movimento è diffuso trasversalmente in molte usanze umane: si pensi a certi giochi di società, alle danze tribali e popolari, a certe posizioni yogiche, alle figure di molte discipline sportivo-artistiche. La forma circolare ricorre anche in molte occasioni di riunione della comunità (tavola rotonda, circolo privato): permette l‘ equidistanza dal centro da parte di tutti i componenti e il contatto visivo tra gli stessi. Circolare è l‘ anello che stipula l‘ alleanza matrimoniale in molte culture; circolare è il simbolo protettivo che si traccia idealmente o materialmente sul suolo prima di un rituale magico; Circolari sono le rappresentazioni cosmogoniche mandaliche yantriche di supporto alla Samādhi; ‘‘ Il cerchio (o la sfera) costituisce il simbolo del Sé,, ( M.L. Von Franz), esso esprime la totalità della psiche in tutti i suoi aspetti, compreso il rapporto tra l‘ uomo e la globalità della natura. Secondo un mito di creazione indiano, il dio Brahma, stando in piedi su un enorme loto dai mille petali di forma circolare, volge gli occhi ai quattro punti della circonferenza. Questo quadruplice sguardo sulla corolla del loto costituì una sorta di orientamento preliminare, l‘ indispensabile valutazione della direzione prima dell‘ inizio dell‘ attività creativa. Qualcosa di simile accade anche a Buddha: al momento della sua nascita, sorge dalla terra un fiore di loto, Budda vi sale per contemplare le 10 direzioni dello spazio (gli 8 raggi del loto più l‘ alto e il basso); Tale ricerca di orientamento spaziale può simboleggiare la necessità umana di un orientamento psichico. ,, da L' UOMO E I SUOI SIMBOLI, C.G. Jung ‘‘Secondo un‘ antica tradizione, anche l‘ anima ha forma sferica. Come afferma il monaco Cesario di Heisterbach, essa non solo è ‘‘analoga alla luna ma è anche dotata da ogni parte di occhi (ex omni parte oculata) ‘‘. da COSCIENZA, INCONSCIO E INDIVIDUAZIONE, C.G. Jung Nella cultura dei nativi americani il cerchio con un punto al centro simboleggia la manifestazione del Grande Spirito: indica sia un occhio che un buco e si associa, durante i riti sciamanici, al passaggio da un mondo all' altro e alla capacità di vedere in un altro mondo. L' atto di racchiudere in un cerchio (p. es. attraverso la corsa di gruppo) era inoltre praticato in molti rituali collettivi al fine di produrre un' esperienza spirituale più intensa come protezione da invasioni spirituali. Circolare è la base delle tende e la disposizione degli accappamenti in accordo con la percezione delle traiettorie orbitali lunari, solari e stellari,
Aggiungendo dei raggi, il cerchio si trasforma in ruota apportando dinamicità all' immutabilità del semplice cerchio. "Das erste Mandala hatte ich 1916 gemalt [...]. Natürlich hatte ich es nicht verstanden. 1918/19 war ich in Château d'Oex Comandant de la Région Anglaise des Internés de Guerre. Dort skizzierte ich jeden Morgen in ein Carnet eine kleine Kreiszeichnung, ein Mandala, welches meiner jeweiligen inneren Situation zu entsprechen schien. Anhand der Bilder konnte ich die psychischen Wandlungen von Tag zu Tag beobachten. [...] Nur allmählich kam ich darauf, was das Mandala eigentlich ist: 'Gestaltung - Umgestaltung des ewigen Sinnes: ewige Unterhaltung'. Und das ist das Selbst, die Ganzheit der Persönlichkeit. Meine Mandalabilder waren Kryptogramme über den Zustand meines Selbst, die mir täglich zugestellt wurden. Ich sah, wie das Selbst, d.h. meine Ganzheit am Werke war. Das konnte ich allerdings zuerst nur andeutungsweise verstehen, [...] Ich hatte das deutliche Gefühl von etwas Zentralem, und mit der Zeit gewann ich eine deutliche Vorstellung vom Selbst. [...] Ich weiß nicht mehr wieviele Mandalas ich damals gezeichnet habe. Es waren viele. Während ich daran arbeitete tauchte immer wieder die Frage auf: 'Wohin führt der Prozeß, in dem ich stehe? Wo liegt sein Ziel?' [...] Ich wurde gezwungen, den Prozeß des Unbewußten selbst durchzumachen. Ich mußte mich zuerst von diesem Strom mitreißen lassen, ohne zu wissen, wohin er mich führen würde. Erst als ich die Mandalas zu malen begann, sah ich, daß alles, alle Wege die ich ging, und alle Schritte, die ich tat, wieder zu einem Punkt zurückführten, nämlich zur Mitte. Es wurde mir immer deutlicher: Das Mandala ist das Zentrum. Es ist der Ausdruck für alle Wege zur Mitte, zur Individuation. [...] Eine Bestätigung der Gedanken über das Zentrum und das Selbst erhielt ich Jahre später (1927) durch einen Traum. Seine Essenz habe ich in einem Mandala dargestellt, das ich 'Fenster in die Ewigkeit' bezeichnete. [...] Ein Jahr später malte ich ein zweites Bild, ebenfalls ein Mandala, welches im Zentrum ein goldenes Schloß darstellt. Als es fertig war, fragte ich mich: 'Warum ist das so chinesisch?' - Ich war beeindruckt von der Form und Farbenwahl, die mir chinesisch erschienen, obwohl äußerlich nichts chinesisches an dem Mandala war. Aber das Bild wirkte so auf mich. Es war ein seltsames Zusammentreffen, daß ich kurz darauf einen Brief von Richard Wilhelm erhielt. Er schickte mir das Manuskript eines chinesischen taoistisch-alchemistischen Traktates mit dem Titel 'Das Geheimnis der Goldenen Blüte' und bat mich, ihn zu kommentieren. Ich habe das Manuskript sofort verschlungen; denn der Text brachte mir eine ungeahnte Bestätigung meiner Gedanken über das Mandala und die Umkreisung der Mitte. Das war das erste Ereignis, das meine Einsamkeit durchbrach. Dort fühlte ich verwandtes, und dort konnte ich anknüpfen."
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AUTORE:
Eleonora De Simoni Categorie
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Settembre 2024
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