Il solstizio d‘ inverno è da sempre un evento molto atteso e festeggiato nell‘ emisfero boreale: cade attorno al 22 dicembre e segna il momento a partire dal quale le ore di luce andranno gradualmente aumentando sino ad arrivare all‘ estate. In Egitto e in alcune zone dell‘ Arabia il ritorno della luce veniva identificato con la nascita del dio Aion o Eone (dio del tempo e dell‘ eterno ritorno) dal ventre dalla vergine Kore (lett. ''fanciulla''). Nel tardo Impero romano il tradizionale culto del Sol indiges venne sostituito, per opera dell‘ imperatore siriano Marco Aurelio Antonio, con il Deus Sol Invictus (Dio sole invitto: unificazione di tre divinità: Mitra, Sol ed Elio-Gabalo). Il Deus Sol Invictus si integrò nel sistema religioso romano fino a soppiantare per importanza il, fino ad allora,dominante culto di Giove. Nel 330 Costantino, in seguito alla conversione cristiana, sovrappose la festività pagana del sole invitto con la commemorazione della nascita di Cristo: il Natale. In epoca pre-cristiana, per i gelidi boschi della Russia, si aggira Morozko: uno spirito del folklore pagano in grado di congelare le persone. Morozko si unisce a Vesna (primavera) e nasce Sneguročka. Nei racconti popolari a un certo punto Sneguročka diventa nipote di Morozko che diventa meno ostile e prende il nome di Дед Мороз o Ded Moroz (Nonno Gelo) diffondendosi con nomi differenti negli altri Paesi dell‘ Est durante il periodo comunista. Ded Moroz e la splendida nipotina dalle guance rosa e le lunghe trecce bionde, come nella più edulcorata delle fiabe, vivono dei boschi innevati amando la natura e gli animali e la notte di capodanno distribuiscono regali ai bambini. È intressante notare come la figura di Sneguročka sia antitetica a quella della nemica numero uno di Ded Moroz: Baba Jaga e come quest‘ ultima possegga stupefacenti affinità con la figura della Befana. Ded Moroz indossa un meraviglioso e ornatissimo abito dai colori freddi dell‘ inverno: azzurro, bianco, verde-acqua. Durante la guerra fredda il suo abito improvvisamente si tinge dei colori della bandiera URSS a scopi propagandistici si, ma NON di una bibita americana! (a proposito) Ded Moroz nei paesi di lingua tedesca prenderà il nome di Väterchen Frost. Sempre in periodo pre-cristiano e sempre nel periodo del solstizio invernale, un altro personaggio si aggira per le foreste del centro-nord Europa in compagnia del cavallo volante detto Sleipnir per una tradizionale battuta di caccia: il dio Wotan (Odin per i popoli del nord). I bambini lasceranno fuori dalle loro case i calzari pieni di fieno per ritemprare Sleipnir e il mattino seguente troveranno un dono. Wotan e Morozko, per motivi di coerenza religiosa e forte tradizione pagana, si fonderanno nella figura storico-religiosa che tutti conosciamo: S. Nicola di Myra. ''Più intensa la luce più scura l‘ ombra''... el diis La luminosità ovvero le qualità estremamente positive comuni a tutte queste figure dispensatrici di doni e amore disinteressato, sono equilibrate da figure accessorie d‘ ombra dalle spiccate connotazioni negative (o, come nel caso di Morozko, da qualità negative intrinseche) il cui compito è quello di punire i bambini cattivi: in tempi più remoti con violente punizioni fisiche e rapimenti, in epoche più recenti sostituendo i doni con del carbone. Come abbiamo visto Ded Moroz è equilibrato dalla strega Baba Jaga; nei paesi alpini e germanici abbiamo il Kampus: un demone sottomesso che prima della conversione si dedicava a terrorizzare e picchiare i bambini scendendo dal camino o, secondo una leggenda tedesca, a chiuderli in un sacco per portarli nell‘ Andalusia dominata dai mori; In Svizzera abbiamo lo Schmutzli (sporco in svizzerduccio), nelle Fiandre e nei Paesi Bassi abbiamo Zwarte Piet , a Lussemburgo Houseker, in Austria e Baviera Klaubauf in Spagna lo troviamo nelle sontuose vesti Baldassarre dei Re Magi (in questo caso disepnastore di doni e non aiutante) , in Francia Père Fouettard , in Austria e Baviera il Klaubauf, Pelznickel e Knecht Ruperecht in Germania (…) Questi -talvolta inquietanti- assistenti hanno in comune il colore scuro ora dovuto a specifiche caratteristiche etniche, ora a maschere e travestimenti, ora ad attributi animali e fuliggine. Secondo alcune teorie, la figura ‘‘scura,, che scende dal camino (tecnica adottata dal moderno Babbo Natale) sarebbe riconducibile alla figura professionale dello spazzacamino. Secondo altre teorie, il colore scuro della pelle sarebbe da ricondurre ai contatti commerciali e politici con l‘ Andalusia dominata dai mori, mentre nel caso di Baldassarre, ad un tentativo da parte della chiesa cattolica di universalizzare il cristianesimo. Non credo sia da escludere completamente la derivazione dal demone Krampus del Julbock scandinavo. Gesù bambino dagli anni ‘60-‘70 è il tradizionale dispensatore di doni in Valtellina e, da molto tempo prima, nel sud della Germania. Interessante notare come nella tradizione tedesca venga rappresentato come una fanciulla con una corona di candele in testa e i lunghi capelli biondi: caratteristiche comuni a alla S. Lucia svedese (importata dall' Italia). Nella versione valtellinese viene solitamente accompagnato da un asino: caratteristica dell‘ antica S.Lucia Bergamasca e Siracusana, probabilmente si tratta di due differenti adattamenti cattolici di uno stesso rpersonaggio pre-cristiano.
Ecco le fonti da cui ho tratto le informazioni per questo articolo:
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AUTORE:
Eleonora De Simoni Categorie
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Settembre 2024
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