Siamo abituati a pensare alla pittura-a-dita (o digitopittura) come ad un' attività piacevolmente primitiva, immediata, poco strutturata quindi adatta soprattutto all' intrattenimento di bambini molto piccoli. In realtà anche per l' adulto sperimentare questa tecnica espressiva può rivelarsi un' esperienza molto significativa. Dipingere con le dita coinvolge il nostro livello primario di esperienza in quanto implica l‘ utilizzo diretto del corpo. Il rapporto corpo-supporto-traccia essendo più ravvicinato rispetto alla pittura tradizionale (in quanto non mediato da utensili protesici come pennelli o spatole), permette un‘ espressione rapida, immediata, poco razionale e coinvolgente, in una parola: autentica! Dipingere con le dita è una delle poche tecniche pittoriche che ci permette di sentire a livello tattile il materiale espressivo, la sua consistenza densa, la sua freddezza, la sua umidità. Questa tecnica implica necessariamente il macchiarsi e il macchiare, lo sporcarsi e lo sporcare (con tutte le implicazioni simboliche del caso). Sperimentando la digitopittura ci accorgeremo di avere poco controllo sul segno e sulla miscela dei colori, sia sulle dita che sul supporto. Faremo i conti con la nostra disponibilità a lasciare una traccia forte e diretta -per quanto reversibile- e sperimenteremo la necessità della presenza lucida e responsabile, dell‘ intervento tempestivo, dell‘ adattamento al mutamento continuo, nonché della capacità di abbandono tipici dell‘ improvvisazione. Mentre si dipinge con le dita, soprattutto le prime volte, è possibile che affiorino reminiscenze, sensazioni ed emozioni regressive per esempio legate al gioco infantile con la sabbia, con il fango, con il cibo (alcuni colleghi propongono miscele di acqua e farine, polvere di orzo e cacao miscelate ad olii, burro di arachidi, cioccolata spalmabile...). Durante la sperimentazione è possibile assistere all‘ emersione di fantasie di tipo magico (la materializzazione della traccia colorata sotto lo scorrere del dito) o associazioni immaginali di tipo corporeo-escretorio; è possibile che si creino delle dinamiche di piacere giocoso e liberatorio, o/e di resistenza (sotto forma di indifferenza, distacco, impazienza, disgusto, disagio, senso di ridicolo o di colpa ...) spesso riguardanti la cultura e l‘ educazione. Dipingere con le dita ci permette di intervenire sul foglio apponendo colori puri e brillanti, lisciando, accarezzando, spalmando, nutrendo, decorando oppure colpendo, graffiando, togliendo, creando abrasioni, buchi, ferite, soffocando con miscele di colore e saturazioni cromatiche molto evocative. ‘‘dicevamo appunto che è come un gioco con la creta, sancito dal punto di vista sociale, che permette di esternare impulsi aggressivi, soddisfa i desideri di distruzione senza essere distruttivo e offre la possibilità di sfidare tabù senza timore di rappresaglia.,, (da ‘‘Percorsi trasformativi in arteterapia,, Laura Grignoli 2008) Personalmente trovo che questa tecnica sia molto adatta al dialogo pittorico a quattro mani: permette infatti di improvvisare, di mettere e togliere , mantenere la propria identità segnica o fonderla con quella dell‘ altro, permette di mettersi in risonanza e in comunicazione con l‘ altro grazie alla vasta gamma di gesti che offre e alla possibilità di creare ritmi visivo-sonori (sfregamenti, picchiettamenti, graffi, ticchettii...), volendo, permette di lasciare delle tracce sul corpo dell' altro in modo innocuo ed immediatamente reversibile (le tempere a dita sono atossiche, idrosolubili e a lenta essicazione). Ho notato che utilizzando spesso questo materiale è facile sviluppare delle ‘‘startegie stilistiche‘‘ (automatismi, stereoripie ) preferisco quindi non proporlo troppo spesso. ‘‘I fogli di carta messi a loro disposizione e sui quali hanno cominciato giudiziosamente a ‘‘pitturare culturalmente‘‘ sono stati abbandonati abbastanza alla svelta da alcuni che hanno cominciato a scarabocchiarsi il viso …e quello degli altri. All‘ inizio timida, a causa dei divieti culturali, quell' aggressione corporea, attraverso la macchia, ‘‘degenera‘‘ progressivamente in un' allegra bagarre con regressione anale e sadico-anale, finendo talvolta il miscuglio dei colori per creare una materia il cui colore e la cui consistenza sono assai significativi. Certuni vi prendono un piacere evidente mentre altri fuggono inorriditi. Il senso di colpa retrospettivo provocato da simile trasgressione non impedisce a certi di confessare il grande piacere ed il profondo sentimento di liberazione che hanno provato, mentre i fuggitivi si sentono frustrati e con un senso di colpa per non avervi potuto partecipare. La constatazione di quel profondo desiderio rimosso ci ha portato ad istituzionalizzare quella trasgressione per liberarla dal senso di colpa.,, (da ‘‘Il corpo e l'inconscio in educazione e terapia,, André Lapierre,Bernard Aucouturier 1991) |
AUTORE:
Eleonora De Simoni Categorie
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Settembre 2024
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