L' acquerello è il mezzo espressivo che, servendosi dell' acqua come medium, finisce con l‘ acquisirne alcune importanti caratteristiche, avvicinandosi così, più di qualsiasi altro materiale espressivo, al linguaggio immaginale dell' inconscio e -per chi conosce l' esperienza sinestetica- all' astrazione immaginale dinamica del suono. L‘ acquerello è costituito da pigmenti macinati molto finemente miscelati a gomma arabica ed una volta diluito in acqua, il colore diventa fluido, trasparente, estremamente sensibile a vibrazioni, correnti d‘ aria e gravità quindi molto dinamico ed instabile, difficilmente prevedibile o controllabile: come se avesse una vita propria. Dipingendo con l' acquerello (e, più in generale, con tutti i materiali espressivi a base acquosa molto diliuti: inchiostri, gouache, tempera, acrilico...) ci rendiamo immediatamente conto di quanto su una superficie umida vigano regole diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati con i media pittorici densi e le nostre certezze possono vacillare: qui un punto non è più un punto, e una linea non è più una linea. I segni si espandono e si muovono in modo imprevedibile e irreversibile ( a meno che interveniamo con carta assorbente, spugnette, lamette, insomma oggetti esterni alla pittura vera e propria); possiamo assistere ad improvvise e sorprendenti attrazioni e fusioni tra determinati colori o a veementi separazioni e repulsioni senza una particolare logica. Sperimentando il colore fluido noteremo come ogni pigmento possegga un suo specifico modo di reagire sui vari tipi di carta e in relazione agli altri pigmenti: può penetrare in profondità e lasciare tracce del tutto irreversibili o fermarsi in superficie, può coprire o risultare trasparente nonostante le stratificazioni, può contaminare o contaminarsi, esaltare, fondersi o soffocare del tutto un altro colore, può mutare significativamente una volta asciutto rivelando una straordinaria ed inattesa brillantezza o una deludente opacità. Nella pittura ad acquerello la carta riveste un ruolo fondamentale, sia dal punto di vista tecnico (che qui non approfondirò) sia da quello simbolico ovvero appartenente al regno del rio abajo rio (prendendo in prestito un' immagine di Clarissa Pinkola Estès siccome qui, alla fin fine, seppure a parole, è di immagini che stiamo parlando :-)). A livello simbolico la carta può essere considerata come lo spazio dell' altro (là dove con altro si intende un oggetto di relazione ideale, un ''diverso da me'') e quindi l' intervento pittorico può essere simbolicamente considerato come una modalità di azione nel mondo ovvero di relazione.
Dipingere con l' acquerello ci costringe a fare i conti con l' impossibilità di avere un potere diretto sugli eventi, l' impossibilità di avere un pieno potere di previsione e quindi di controllo sulle reazioni dell' altro in risposta ad una nostra azione (il segno, la traccia che lasciamo sul foglio). Ma ci regala anche la possibilità di scoprire il piacere di abbandonarci al corso degli eventi, adattandoci, accettando e accogliendo la reazione imprevista dell' altro, giocando, interagendo e improvvisando o, semplicemente, restando a guardare. La quantità, l' intensità e la varietà di colore che apponiamo sul foglio possono offrirci importanti spunti di riflessione, facendo attenzione a non scadere nell‘ interpretazione da manuale di cucina (M. L. Von Franz) Un' altra caratteristica peculiare della pittura ad acquerello è la serie di gesti preparatori a forte connotazione rituale che precedono la pittura vera e propria: la scelta della carta è di per sé molto coinvolgente a livello tattile, sonoro, olfattivo, visivo ed uditivo; richiede in oltre un certo investimento economico (là dove l' investimento di denaro si identifica con l' investimento di potenziale creativo con tutto il corredo di riflessioni che questo comporta). La preparazione del piano di lavoro, l' umidificazione e la tensione del foglio, la preparazione del colore sono tutti gesti pre-stabiliti, tradizionali (quindi collettivi) e molto significativi a livello immaginale che, come i modelli dei miti di creazione -ripetuti da molti popoli prima dell' inizio di ogni opera importante- contribuiscono a stabilire un ordine, predispongono all' accoglienza di qualcosa di nuovo, creano aspettativa e quindi responsabilità, impegno, concentrazione e massima presenza hic-et-nunc. Nelle immagini del post dettagli di lavori realizzati durante vari ateliers realizzati con le gouaches studio Caran D‘ Ache (sia in pastiglie che in tubetto) e con succhi di vegetali miscelati ad acqua e miele che oltre ad offrire l' interessante esperienza di una palette ridotta, coinvolgono maggiormente il senso dell' olfatto e , volendo, del gusto :-). I commenti sono chiusi.
|
AUTORE:
Eleonora De Simoni Categorie
Tutti
Archivi
Settembre 2024
|